mercoledì 30 gennaio 2013

Lavoro: ecco le professioni più ricercate

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Sempre più ricercati dalle aziende, inspiegabilmente non si fanno trovare. Di chi stiamo parlando? Dei cosiddetti “introvabili”.


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Progettisti meccanici, ricercatori chimici, sviluppatori, progettisti di software, addetti a sportelli bancari, infermieri e di moltissime altre figure con titoli di studio medio-alti che sembrano essere in via di estinzione. Un paradosso “made in Italy” quello che emerge da un approfondimento dell’analisi annuale del sistema informativo Excelsior di Unioncamere Ministero del Lavoro presentata qualche giorno fa a Verona in occasione di Job&Orienta e riguardante la situazione che caratterizza la ricerca del lavoro in Italia.

Su oltre 406mila assunzioni non stagionali previste nel 2012 da imprese dell’industria e dei servizi, sarebbero circa 65.500 i posti di lavoro rimasti vacanti, ovvero il 16% del totale, proprio in un paese dove le condizioni del mercato, dell’economia, del rapporto fra scuola e lavoro risultano sempre più complicate. Vero è che la quota di “introvabili” si è ridotta rispetto alla rilevazione effettuata nel 2011 (117mila unità, pari a poco meno del 20% delle 600mila assunzioni non stagionali che le imprese intendevano effettuare entro l'anno), ma secondo il Rapporto il calo generalizzato della domanda di lavoro da parte del sistema produttivo (200mila le assunzioni totali previste in meno rispetto allo scorso anno) spiega ampiamente il perché di questa diminuzione.

I laureati

Tra i livelli di istruzione, le difficoltà maggiori, quest’anno, le incontrano i laureati: in pratica, dei quasi 59mila che le imprese volevano assumere nel 2012 con un contratto non stagionale, uno su 5, pari a 12.000 unità, è considerato introvabile. Rispetto allo scorso anno, quando le imprese ne avevano previsti in entrata 74mila, la quota della difficoltà di reperimento si riduce tuttavia del 6% (dal 26,1 al 20%). Gli ingegneri rappresentano i candidati ideali per ben 9 tra le prime 20 professioni introvabili; un titolo di studio che dunque offre altissime opportunità di assunzione purché accompagnato da un'adeguata preparazione, meglio se arricchita da un'esperienza e flessibilità.

--> Tra le figure più richieste il progettista di sistemi informatici per il quale sono 900 (delle mille circa previste per quest'anno) le assunzioni difficili da reperire, pari a quasi l'85% del totale. A seguire ci sono ilconsulente di software,  l'analista programmatore e ilprogrammatore informatico. Queste ultime professioni citate, sono tra le prime venti cosiddette “introvabili”, con tassi di difficoltà attorno al 30% delle assunzioni previste per quest'anno e tutte con la prevalente richiesta di una laurea in ingegneria informatica.

Difficili da reperire anche i progettisti meccanici (per cui si richiedono soprattutto ingegneri meccanici e navali), introvabili per quasi un terzo delle richieste, pari a oltre 500 unità sulle 1.800 circa di assunzioni previste; i progettisti di impianti industriali(sempre con preferenza per gli ingegneri meccanici e navali) e quelli nel settore dei servizi (maggiormente richiesti i laureati in economia bancaria, finanziaria e assicurativa), dove circa il 40% delle assunzioni sono difficili da reperire (circa un centinaio in entrambi i casi). Tra le prime posizioni per difficoltà di reperimento si collocano  anche i revisori contabili (laureati in scienze economico-aziendali, del marketing e dell’amministrazione), introvabili in oltre un terzo dei casi, quasi 300 in valori assoluti su un totale di ben oltre 700 assunzioni previste per quest’anno.

Dando uno sguardo alle professioni con maggior
sbocco occupazionale, in testa salgono gli infermieri con 3.500 assunzioni di laureati circa, seguiti dagli addetti all’amministrazione (3.000) e dagli educatori professionali(2.200). Sbocchi professionali accessibili anche ai neo-laureati, visto che le imprese ritengono adatto anche un giovane appena uscito dall’università a svolgere la professione, nel 62-63% delle assunzioni per le prime due figure professionali richieste e per ben il 77% nel caso della terza.
Sopra le 1.000 richieste di laureati si posizionano invece gliAddetti allo sportello bancario, i Progettisti meccanici, i Tecnici commerciali, i Professori di scuola secondaria superiore e iFarmacisti

I diplomati

Per quanto riguarda i diplomati, sebbene il periodo di crisi abbia moltiplicato anche la loro offerta di lavoro (motivo per cui la difficoltà di reperimento nel loro caso è diminuita al 16,2% nel 2012 contro il 18,7% del 2011), per alcuni indirizzi di diploma superiore la ricerca da parte delle imprese risulta particolarmente complicata anche nel 2012. Per questa categoria le difficoltà si concentrano su 27mila unità (il 16,2%), in calo anche in questo caso sia in valore assoluto (erano più di 45mila nel 2011) sia in termini di quota sul totale delle relative assunzioni (di oltre due punti percentuali, da 18,7 a 16,2%).

Le maggiori difficoltà di reperimento si incontrano nel settore del legno, mobile e arredamento (180 le assunzioni “difficili” su quasi 400) e in quello delle telecomunicazioni (230 gli “introvabili” su 600). Per non parlare poi delle difficoltà che incontrano le imprese nel settore termoidraulico, tessile, abbigliamento e moda, elettrotecnico e turistico-alberghiero, ad incontrare l’offerta di lavoro adeguata. 
Tra i principali sbocchi professionali che si aprono quest’anno per i diplomati, primeggiano i Commessi di negozio, gli Addetti all’amministrazione, gli Assistenti di vendita, gli Addetti alla segreteria e i Magazzinieri, la cui domanda è compresa tra le 10mila e le 6mila unità. Tra queste figure, i giovani appena usciti dal percorso formativo sono ritenuti adatti a svolgere la professione richiesta in misura maggiore nel caso dei Commessi di negozio e in quello degli Assistenti alla vendita (circa i due terzi delle assunzioni previste sarebbero destinate a diplomati 'freschi di studi'). Superano le 5mila unità anche le assunzioni non stagionali di diplomati per gli Addetti alla contabilità, mentre superiori alle 3mila sono quelle per CamerieriAddetti ai servizi di pulizia eAddetti alle vendite nella grande distribuzione.

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Regione per Regione

Se si fa un’analisi sul territorio nazionale, soffermandosi nelle varie regioni, i dati sono ancora più curiosi. In Lombardia 9 su 10progettisti informatici non si trovano “neanche a pagarli”, è il caso di dire. I Venditori tecnici, invece, sono difficili da trovare inPiemonte, dove per il 78% delle richieste nella regione le imprese segnalano difficoltà di reperimento (2.200 circa le assunzioni previste a livello nazionale). Introvabili anche i progettisti meccanici in Emilia Romagna, dove sono circa la metà del fabbisogno regionale quelli di difficile reperimento (quasi 1.800 le assunzioni in Italia). Così come nel Lazio, dove le imprese cercano disperatamente termoidraulici e non riescono a rimpiazzare i propri collaboratori, mentre in Trentino Alto Adige si è aperta una vera e propria “caccia” ai camerieri (non stagionali), ma il bottino finora è magro.  

Un fastidioso paradosso

Quindi, nonostante una grande quantità di posti vacanti disponibili, si è assistito ancora una volta ad un  altro anno in cui molti posti di lavoro sono andati persi e la disoccupazione ha raggiunto tassi record. Ma si tratta di semplice distorsione fra domanda e offerta, oppure c’è qualche altro motivo? 

La situazione in sostanza è questa: da un lato, si deve fare i conti con il preoccupante fenomeno della precarietà delle professioni, tema poco affrontato nelle associazioni di categoria ma per il quale è possibile affermare l’esistenza di una offerta di lavoro che resta inascoltata; dall’altro lato, è anche vero che in Italia si fanno lunghe file per trovare lavoro in settori che sono inevitabilmente al completo, si pensi ad esempio all’insegnamento, mentre si registra l’assenza di candidati per altri ambiti. 

Ridurre la questione della ricerca del lavoro al fatto che i giovani sono choosy, per citare un aggettivo utilizzato dal ministro Fornero, sembrerebbe troppo semplicistico e alquanto inesatto. Qui c’è un problema di scarsa aderenza dei curricula lavorativi alla realtà del paese, e molto spesso le difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro sono essenzialmente dovuti a un’offerta contrattualmente così poco attraente da renderla del tutto inaccettabile.
Secondo Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, quello che sta vivendo l’Italia nel mercato del lavoro “è un paradosso che richiede un cambio radicale del mondo della formazione”. Pertanto, dice Gagliardi, serve uno sforzo per far sì che tutti i giovani abbiano la possibilità di conoscere dall’interno il mondo dell’impresa e, al tempo stesso, far apprezzare a queste ultime il proprio talento. In che modo? Adeguandosi al modello estero, dove vengono organizzati sistematicamente percorsi di apprendimento in azienda integrati nel percorso formativo. 
Investire nella formazione continua e nei progetti di apprendistato, che hanno l’obiettivo proprio di far apprendere un lavoro a chi magari aveva immaginato di farne un altro, potrebbe rivelarsi dunque una buona soluzione per uscire definitivamente da questo fastidiosissimo paradosso.

Articolo redatto da Ufficio Stampa ASCA


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