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Con la crisi
e' boom di assunzioni in agricoltura che e' il settore che fa registrare il
piu' elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti con un incremento
record del 10,1 per cento, in netta controtendenza con l'andamento generale. E'
quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al secondo trimestre del
2012 divulgata nel corso del Forum Internazionale dell'Agricoltura e
dell'Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d'Este di Cernobbio,
in occasione della manifestazione ''Il lavoro prima di tutto'' promossa dalla
Cgil a Roma in piazza San Giovanni.
''In agricoltura il lavoro c'e' sia per chi vuole seriamente intraprendere con
iniziative innovative, come dimostra l'aumento del 4,2 per cento nel numero di
imprese individuali condotte da under 30 nel secondo trimestre dell'anno, sia
anche per chi chiede possibilita' di occupazione'', ha affermato il presidente
della Coldiretti Sergio Marini, sottolineando che ''non si tratta di un fatto
marginale, ma di una opportunita', per molti disoccupati, immigrati, donne e
giovani, che e' in grado di garantire valore economico, ambientale e di
sicurezza alimentare all'intera societa'''.
Ad aumentare in campagna - sottolinea la Coldiretti - sono sia il numero di
lavoratori dipendenti (+10,1 per cento) che, in misura piu' contenuta, quelli
indipendenti (+2,9 per cento). Il trend positivo dell'agricoltura e'
particolarmente importante perche' - continua l'associazione - e' il risultato
di una crescita record del 13,7 per cento al nord, ma anche del 3,5 per cento
al sud mentre si registra un leggero calo nel centro Italia (- 3,2 per cento).
Si stima peraltro che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro
assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori
giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila.
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L'agricoltura, prosegue la Coldiretti, e' peraltro l'unico settore in
controtendenza nel 2012 che fa segnare un aumento del Pil (1,1 per cento) sul
piano tendenziale, mentre calano l'industria (-5,8 per cento), le costruzioni
(-6,5 per cento) e i servizi (-1,1 per cento), secondo le elaborazioni
Coldiretti su dati Istat relativi al secondo trimestre dell'anno. Anche le
aperture di nuove aziende agricole hanno superato leggermente le chiusure con
la presenza nel secondo trimestre di ben 824.516 aziende agricole registrate negli
elenchi delle Camere di commercio.
A pesare negativamente sulla redditivita' dell'agricoltura italiana sono i
bassi prezzi pagati alle imprese agricole per effetto dello strapotere
contrattuale degli altri soggetti della filiera, ma anche per la concorrenza
sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell'informazione ai consumatori che
permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati.
''Un deficit di giustizia nella filiera e di verita' nei confronti dei
consumatori reso possibile dalla mancanza della politica'', ha dichiarato
ancora Marini.
Per la Coldiretti il modello agricolo italiano e' vincente nel mondo dove ha
conquistato primati nella qualita', tipicita' e nella salubrita' delle
produzioni, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la
ricchezza netta prodotta per unita' di superficie dall'agricoltura italiana,
che e' praticamente il doppio di quella di Germania, Francia e Spagna e il
triplo di quella Inglese. Leadership per i prodotti tipici, record di
longevita' grazie alla dieta mediterranea, top di presenze per il turismo
enogastronomico, i sistemi di controllo piu' efficaci del mondo per garantire
la salubrita' dei prodotti, sono alcuni dei primati del Made in Italy
agroalimentare. Un settore - sottolinea Coldiretti - che rappresenta il 15 per
cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro. In
Italia - spiega Coldiretti - il 16 per cento delle imprese attive si occupa di
agricoltura: una realta' che conta quasi 900mila aziende che occupano l'83,5
per cento del territorio nazionale.
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Le produzioni italiane hanno poi il primato della sanita' e della sicurezza
alimentare, con un record del 99 per cento di campioni regolari di frutta,
verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge.
L'Italia ha il maggior numero di imprese biologiche in Europa (quasi
cinquantamila) che coltivano un milione di ettari di superficie bio.
L'agricoltura italiana, che ha scelto di non coltivare ogm, vanta inoltre la
leadership nei prodotti tipici con 244 prodotti a denominazione o indicazione
di origine protetta riconosciuti dall'Unione Europea mentre sono 517 i vini
Docg, Doc e Igt riconosciuti in Italia. L'Italia, infine, vanta un paesaggio
unico che - conclude Coldiretti - e' meta di un crescente flusso turistico nei
871 parchi e aree protette presenti in Italia che coprono ben il 10 per cento
del territorio nazionale. Una tendenza confermata dalla crescita
dell'agriturismo che puo' contare su 20.000 aziende agricole. E il nostro Paese
e' anche leader europeo per il turismo enogastronomico, con un movimento annuo
di circa 5 milioni di appassionati.
Articolo redatto da ASCA
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